Da alcuni anni pratichiamo la coltivazione di essenze erbacee da sovescio tra i filari delle vigne con l’intento di migliorare la fertilità biologica del terreno.
Si seminano in autunno a file alterne e sempre quelle (non c’è quindi rotazione negli anni per evitare perdita di biodiversità sul filare con innerbimento permanente), piante erbacee in miscuglio formato da circa il 40% da graminacee, 40% brassicacee e 20% leguminose. Le diverse famiglie crescono in simbiosi ed hanno ruoli diversi; le brassicacee (rafano e colza) hanno una apparato radicale tipicamente fittonante, quindi esplorano in profondità il terreno e, alla loro morte, lasciano cavità verticali notevoli che permettono un’ottima penetrazione delle acque pluviali; inoltre, vegetano prima di tutte le altre coprendo rapidamente il suolo e proteggendolo da erosione ed infine fioriscono presto ed abbondantemente richiamando in primavera i pronubi in vigneto (importanti per la loro capacità di indurre la fioritura delle piante) e di alimentare con i pollini i primi insetti predatori che nel proseguo della stagione saranno importanti per controllare le popolazioni di entomofauna dannosa.